L’elevata percentuale di boschi, unita alla presenza diffusa di pascoli e incolti nonché alla bassa pressione antropica, rendono l’ambiente ideale per lo sviluppo e la diffusione di una fauna selvatica particolarmente ricca. Tra i mammiferi di grossa taglia sono presenti il lupo (Canis lupus italicus), il capriolo (Capreolus capreolus) e soprattutto il cinghiale (Sus scropha). Numerosi poi gli esemplari di volpe (Vulpes vulpes), faina (Martes foina), istrice (Hystrix cristata), tasso (Meles meles). Sebbene la sua presenza non sia accertata scientificamente, è molto probabile che anche il gatto selvatico (Felis sylvestris sylvestris) possa essere inserito tra gli abitanti del territorio, così come non risultano ancora confermati alcuni recenti avvistamenti di daino (Dama dama), inserito in alcune aziende faunistiche limitrofe e che molto probabilmente si è diffuso nella zona, sebbene con pochi esemplari.
Il cinghiale: è probabilmente l’animale simbolo dell’area: originariamente presente con la razza maremmana, la razza autoctona dell’Italia centrale, oramai ibridizzata con razze provenienti da tutta Europa, a seguito di reintroduzioni selvagge e mai ben pianificate. Animali con una straordinaria capacità di adattamento ed anche molto prolifici, con nidiate di 5-10 cuccioli, i cinghiali hanno abitudini soprattutto notturne, riparandosi di giorno nel fitto dei boschi. Amano rotolarsi in pozze fangose per poi sfregarsi rudemente contro il tronco di alcuni alberi prescelti, che portano chiaramente il marchio del passaggio di questi ungulati. Le femmine e i giovani vivono in branchi piuttosto numerosi, mentre i maschi adulti attraversano solitari le foreste, raggiungendo il gruppo solamente nel periodo riproduttivo (Novembre-Gennaio).
Il capriolo Praticamente scomparso nella prima metà del XX secolo, appare oggi riappropriarsi di questi luoghi a lui particolarmente adatti. Un “ritorno” che sta avvenendo gradualmente, senza causare particolari problemi alla gestione del territorio e soprattutto alla rinnovazione degli ecosistemi forestali, come invece è avvenuto o sta avvenendo in altre zone dell’Appennino centrale, ad esempio nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.. Timido e riservato, il capriolo è il più piccolo dei cervidi italiani, raggiungendo al massimo un peso di 40 chilogrammi Il capriolo si può facilmente riconoscere dal daino per la caratteristica sottocoda bianca e ancora più facile è il riconoscimento dei maschi adulti, che presentano un trofeo con corna molto più corte e dotate al massimo di quattro ramificazioni.
Il Lupo È sicuramente il predatore più pericoloso per il capriolo e soprattutto per i suoi piccoli: anche lui in fase di reinsediamento, è oggi presente in tutto l’Appennino Umbro-marchigiano. Animale con un forte senso della territorialità, vive in piccoli branchi composti da uno o due nuclei familiari, all’interno dei quali regna una forte gerarchia. Abita preferibilmente in boschi fitti inframmezzati a pascoli e radure, tra gli 800 e 1800 m sul livello del mare.
La Volpe Sicuramente non è un animale in via di estinzione, ma non per questo riveste meno fascino rispetto ad animali più rari.
Rappresentazione simbolica dell’astuzia, la volpe è anche uno degli animali più frugali e adattabili, sia dal punto di vista alimentare che ecologico, potendosi così stabilirsi negli ambienti più diversi: dalla macchia mediterranea alle praterie di alta montagna, dall’Artico all’Australia, dalle terre coltivate alle arre urbane. La volpe, pur appartenendo alla famiglia dei Canidi, presenta indubbie similitudini con i felini, come le lunghe vibrisse, le pupille verticali, la lunga coda che gli permette scatti improvvisi e rapidi cambiamenti di direzione.